Tornerò a Gennaio. Nel frattempo, i miei migliori auguri a tutti quelli che passeranno da queste parti.
I’ll be back in January. Meanwhile, my best wishes to all who pass here…
T
Tornerò a Gennaio. Nel frattempo, i miei migliori auguri a tutti quelli che passeranno da queste parti.
I’ll be back in January. Meanwhile, my best wishes to all who pass here…
T
Addio 2014. Nessun rimpianto nel vederti andare via.
E tu, 2015, comportati bene!
Qualche minuto prima di mezzanotte….
Prima di arrivare ai calendari veri e propri vorrei raccontare in breve una storia.
Qualche tempo fa una persona di nostra conoscenza era arrivata al fatidico momento di uscire dalla cosiddetta vita attiva ed entrare in una nuova fase dai contorni incerti e molto, molto nebulosi. Decisione agognata e sofferta insieme.
Una sera in cui la tristezza prevaleva su altri umori, girellando per la rete in ore notturne, capita per caso in un sito, sfoglia pagina dopo pagina sempre più ammirata e colpita nel profondo, finchè incappa in alcuni versi, tratti dall’ Ulysses di Alfred Tennyson:
…………………………………………………………e sebbene
non abbiamo quella forza che nei vecchi giorni
Muoveva terra e cielo, ciò che siamo, siamo;
Temperamento di cuori eroici,
Resi deboli dal tempo e dal destino, ma forti nella volontà
Di lottare, di cercare, di trovare, e di non cedere.
Inutile, a questo punto, dire che leggere quelle parole ha avuto come immediata conseguenza sentire scendere dentro di sè una grande serenità, unita ad una nuova consapevolezza che tutto cambia e finisce, ma resta qualcosa di forte e potente, eternamente giovane: la brutta tristezza se n’è andata sostituita da una nuova ansia di vivere esperienze diverse (di cui le perline – allora del tutto sconosciute – occupano oggi una parte non secondaria n.d.r.).
Fine della storia.
E’ così che ho conosciuto Patrizia e subito dopo il suo Myshangrila, un sito bellissimo di disegni, musiche, pensieri, riflessioni e tantissimo altro, ma lascio a chi lo vorrà il piacere di scoprire tutte le sue ricchezze.
Eccoci arrivati ai, o meglio al calendario; però mi accorgo che le mie parole sarebbero inadeguate alla descrizione, banalizzando tanta certosina bellezza. Guardatelo e pensate se non sia il caso di stamparlo e regalarlo a una persona cara, grande o piccola che sia. Magari con una vostra creazione perlinosa…
Alla prossima. T
Due sole parole: mamma mia!
Alla prossima. T
Mi scuso per aver detto che i sistemi di rifinitura sono sostanzialmente due, ….anzi sono tre, …anzi sono quattro e chissà quanti altri ne scoprirò.
Questo è l’ultimo – in ordine di tempo – che ho trovato. L’ho appena visto e quindi non so dare una valutazione, ma mi sembra interessante e lo applicherò nella prossima lavorazione.
Nel frattempo posto alcune cosette:
Non ho ancora foto da mostrare, ma due grafici sì.
Ho trovato e provato un nuovo sistema per la rifinitura dell’embroidery, per intenderci quel giro finale di perline con cui si congiunge la parte superiore e il retro di una lavorazione.
Fino ad oggi credevo che i sistemi fossero sostanzialmente due: o una perlina dopo l’altra oppure la tecnica a brick stitch. Quest’ultima, con una resa finale più accurata visivamente, presenta però l’inconveniente di mostrare il filo che unisce una perlina alla successiva e, se questo dà fastidio, occorre un ulteriore giro per creare dei picot che in parte nascondano la congiunzione.
Ebbene, ho notato che alcune perlinatrici russe, vere maestre dell’embroidery, usano un terzo sistema: si infila una perlina al solito modo unendo i due bordi ma prima di tirare il filo, si lascia formare una piccola asola e badando che la perlina sia spostata nella parte sinistra della curva si passa l’ago (praticamente il normale sistema del fissaggio del filo con i nodi) e si tira bene. In questo modo il filo non si vede, le perline restano vicine tra loro, ma non vicinissime, creando una piacevole bordura.
I do not have photos to show, but the two graphs do.
I found and tried a new system for finishing an embroidery creation, for instance the final round of beads with which joins the top and back of a feature.
Until now I believed that the systems were basically two: either a bead after the other or brick stitch technique. The latter, with a final yield more accurate visually, presents however the drawback of showing the thread that joins a bead to the next and, if this is bothering, it is necessary to create a further round of picot that partly hide the conjunction.
Well, I noticed that some Russian beaders use a third system: it puts a bead in the usual way by combining the two edges but before you pull the thread, lets form a small loop and making sure that the bead is moved to the left side of the curve the needle passes (basically the system of fixing the thread with knots) and it shoots well. In this way, the thread is not seen, the beads are close together, but not so close, creating a nice border.
Provatelo, non ve ne pentirete.
Alla prossima. T
Eccolo qui, nella versione rosa; ne avevo realizzato uno anche in blu ma si è nascosto in qualche angolino e per ora è irreperibile.
Ho seguito passo passo il video-tutorial di Kelly di Offthebeadedpath realizzando al peyote due triangoli separati e di misura diversa; il più piccolo viene poi cucito sopra quello più grande e prima della cucitura dell’ultimo lato si inserisce il rivoli.
Non ho incontrato alcuna difficoltà e anche il momento dell’assemblaggio dei due triangoli non mi ha causato problemi tant’è vero che ho subito iniziato un altro pendente (quello che risulta disperso). Mi piacciono molto i lavori di questa simpatica signora americana,una neo-mamma che ha visto ulteriormente ridursi il tempo a disposizione per lavoro, blog e tutorial per il suo canale.
A questo proposito mi ha davvero colpita una sua riflessione sui tempi di preparazione di una “creazione”:
per il disegno occorrono da 1 a 40 ore
stendere il modello e fare foto da 1 a 8 ore
modificare le foto da 30 minuti a 2 ore
per collegare le foto al modello e farlo diventare un pdf da vendere al pubblico da 1 a 2 ore
in più la realizzazione del video che può durare anche uno o più giorni.
Non essendo io una creativa “naturale” normalmente seguo le istruzioni di qualcun altro più bravo e capace di me e adesso che ho visto nero su bianco quanto tempo in effetti occorre l’ammirazione si è unita alla gratitudine ed al rispetto. Chapeau!
Per finire e recuperare un po’ sulla tabella di marcia visto che sono mancata da queste pagine per qualche settimana vorrei inserire due foto riguardo alla tecnica netted che ha tanto interessato. I riferimenti li trovate qui e qui.
Tutto questo per dire che un bracciale leggermente più lungo può diventare un girocollo, quello che in inglese si chiama “choker”particolarmente adatto a chi possiede un collo sottile e slanciato (non la sottoscritta, infatti qui lo indossa una mia cara amica..con i giusti requisiti).
Alla prossima. T