Le margheritine di cui avevo parlato in un vecchio post direi che piacciono sempre e oggi vorrei proporre qualcosa di leggermente diverso a chi ama questo genere, un po’ ingenuo e un po’ etnico.
Si tratta della tecnica Potawatomi utilizzata appunto da un popolo di nativi americani che le hanno lasciato il nome. Al momento ho trovato su di loro scarne notizie , almeno in italiano ed in Wikipedia, se non che sono affini ai Cheyenne, ai Piedi Neri e ai Cree e che attualmente sono circa 28.000, di cui solo 13 – tredici! – anziani parlano ancora la lingua originale mentre per il resto sono stati quasi del tutto assimilati dalla cultura statunitense.
Ebbene, qualcosa delle loro tradizioni sopravvive e travalica storia e paesi in una tecnica che utilizza le perline per confezionare sottili bracciali o collane molto gradevoli per la loro semplicità e freschezza.
Questi sono due esempi. Ho voluto provare materiali di dimensione diversa per vedere la resa: in alto ho usato perline di conteria almeno 6/0 e come capolino (credo che si chiami così il centrale di un fiore) una perlina da 3 mm. Nel secondo tutte perline di conteria 11/0 e, pur essendo estremamente sottile, è quello che preferisco e mi ricorda tanto i braccialetti dell’amicizia che ora sono di moda.
Passiamo alla tecnica vera e propria: in rete qualcosa si trova, non in italiano; siccome ogni tanto mi piace ricorrere al vecchio Paint per disegnare quelli che secondo me sono i passaggi, se può essere utile…
Occorrono perline di almeno tre colori: uno per i petali, uno per il capolino e uno per le foglie. Solo il primo elemento è diverso, dal secondo in avanti il procedimento è sempre uguale ed i passaggi si ripetono
Per il fiore di partenza:
1) infilare 4 perline-petalo e una perlina-capolino
2) rientrare indietro nella prima perlina-petalo infilata in direzione della coda, tirare e chiudere a cerchio
3) infilare sull’ago altre due perline-petalo e passare nell’ultima perlina infilata nel primo passaggio (in pratica l’ultima prima del capolino)
4) tirare il filo ed il primo fiorellino è fatto.
Secondo fiore: vista la facilità non mi sembra il caso di utilizzare altri schemi, comunque, eventualmente, basta chiedere.
Il filo deve uscire verso l’alto.
1) Inserire sull’ago una perlina-foglia, una petalo e una foglia: si rientra verso il basso nella perlina-petalo immediatamente sottostante
2) Inserire sull’ago una perlina-foglia, una petalo e si rientra verso l’alto nell’unica perlina-petalo presente (quella del giro precedente)
3) Inserire sull’ago due perline-petalo, una perlina-capolino e si rientra verso il basso nella perlina-petalo immediatamente sottostante (seconda di due)
4) Inserire sull’ago due perline-petalo e si rientra verso l’alto nella perlina-petalo immediatamente sopra il capolino.
Tutto qui. Si ripete fino alla lunghezza desiderata. Ovviamente, si può giocare su varie combinazioni di colori.
Ancora due parole sull’inizio e la fine della lavorazione. O all’inizio si lascia una lunga coda di filo per inserire in un secondo tempo la chiusura secondo il procedimento che si preferisce, oppure fin da subito si prepara un’asolina (nel mio caso con 8 perline, passando più volte il filo per fortificarla, e riunendo i due capi di filo in uno unico), si eseguono tutti i passaggi e al termine si posiziona un’altra asolina. Si aggiungono gli anellini e le parti della chiusura.
Alla prossima. T