Perchè si chiami così non lo so, fatto sta che si tratta di un bel bracciale di Deborah Roberti che dà molta, moolta soddisfaziooone! Prelevato anche questo dal sito Aroundthebeadingtable, è scaricabile in formato PDF e, come sempre, è corredato da chiarissime spiegazioni passaggio per passaggio e anche se il nostro inglese zoppica ci sono i disegni a dare un aiutino… Cosa volere di più?
Questa volta ho qualcosa da dire, un paio di piccoli appunti che spero servano a rendere un bel lavoro ancora più gratificante.
Primo consiglio: sulla stampata ho contrassegnato i passaggi che via via eseguivo, in modo da non saltarne: dopo un po’ lo schema è diventato più chiaro ed automatico, ma l’età avanza, la memoria vacilla e ho preferito non rischiare… Siccome bisogna ripetere la sequenza centrale fino alla lunghezza desiderata ad ogni passaggio diventavo ambidestra: mentre con una mano tenevo il lavoro, con l’altra (e non sono mancina) facevo il mio bravo segnetto. Però non ho sbagliato nemmeno una volta!
Secondo: a me le asoline così sottili per attaccare la chiusura non piacciono molto e se posso cerco di evitarle… Credo che ognuno abbia un proprio sistema preferito e collaudato: ecco, fate ricorso a quello. Io mi sono regolata così: nella parte centrale dell’ultima riga ho fatto una bella e larga asola con 10 perline, inserendo il moschettone e ripassando almeno tre volte.
Nella foto si vedono due risultati diversi per la stessa lavorazione: in un caso ho usato, oltre alle 11/0, dei cristalli sfaccettati 4×6 mm ottenendo un bracciale molto compatto ed appariscente; nell’altro ho adoperato perle e biconi da 4 mm con un effetto molto più rado e morbido, ma forse anche più elegante.
Buon beading!
Alla prossima.T